L’evoluzione della leadership: dal potere alla motivazione
Se ci domandiamo se il concetto di Leadership è rimasto immutato attraverso i vari periodi storici, la risposta è sicuramente negativa: ora che il concetto di intelligenza emotiva è entrato a pieno diritto nella nostra società, anche la vecchia concezione della leadership basata sul potere e sull’autorità è stata definitivamente rimossa. Non bastano più l’attitudine al comando e le conoscenze tecniche per ottenere risultati, far quadrare i bilanci aziendali, salvare imprese e organizzazioni dalla bancarotta. Occorre essere in grado di mobilitare le energie migliori del proprio gruppo di lavoro, saper giocare sulle motivazioni profonde di ognuno e allo stesso tempo analizzare lucidamente le proprie, esercitando la difficile arte dell’autocontrollo e della critica senza rinunciare all’empatia. Adottare un unico stile di comando non è più sufficiente, la leadership del futuro è fluida: a seconda delle circostanze, dovremmo assumere le caratteristiche di un capo “visionario”, “allenatore”, “federatore”, “democratico”, “incalzante” e “autoritario”, “autorevole”. Perché saper governare e gestire gli stati d’animo di chi lavora con noi è la chiave dell’armonia e del talento creativo che possono garantire lo sviluppo economico e culturale nelle piccole aziende come nelle grandi, e che possono permettere al leader di adempiere alla sua missione principale, ottenere risultati, senza rinunciare, a sua volta, a realizzarsi e a crescere.
Come possiamo definire oggi il concetto di Leadership?
Leadership non è sinonimo di dominio, ma è l’arte di persuadere gli altri a cooperare in vista di un obiettivo comune ed è tale e completa solo se è arricchita da Intelligenza emotiva e da Empatia.
Leadership è la capacità di orientare, apprezzare, far crescere e trasferire le attività, nei confronti delle persone che fanno parte della propria organizzazione riuscire a esprimere autorevolezza in grado di suscitare consenso spontaneo, saper orientare consenso e collaborazione al raggiungimento dei risultati, saper stimolare i comportamenti altrui essendo credibile e trascinatore; significa infine garantire motivazione ed entusiasmo nei collaboratori.
La motivazione
La motivazione è un’energia psichica, derivante dal bisogno di raggiungere un obiettivo, che sostiene un comportamento attivo per soddisfare quel bisogno; è anche la forza che fa agire l’uomo in un certo modo, spinto da determinati bisogni, per raggiungere obiettivi.
La teoria dello sviluppo sequenziale enuncia che l’uomo è un individuo che avverte dei bisogni; non appena un bisogno è soddisfatto, al suo posto ne emerge un altro, in un processo incessante.
La motivazione richiede che un manager leader sappia organizzare e creare l’ambiente adatto di lavoro, che sappia comunicare in maniera corretta ed efficace, che sappia gestire i problemi delle persone e stimolare verso nuove idee, focalizzandosi sullo sviluppo delle capacità professionali; deve inoltre saper chiarire alle persone il loro ruolo e le responsabilità, assicurando il collegamento tra l’analisi della valutazione personale e i risultati raggiunti. Il leader motiva se comprende quali sono i bisogni che le persone intendono soddisfare attraverso il proprio lavoro. Il leader deve quindi essere in sintonia con le strategie aziendali, coniugare il livello strategico con quello operativo, trasmettere le proprie idee al gruppo di collaboratori e creare un clima di consenso, riuscendo talvolta a fare accettare decisioni impopolari.
Un lavoro, per essere motivante, deve dare l’opportunità di sentirsi responsabili della propria attività e sentirne l’utilità, provare soddisfazione, sperimentare sentimenti di autonomia, muoversi in compiti differenti, utilizzando diverse capacità e ricevendo appropriati feedback/riconoscimenti.
Le caratteristiche di un Leader
Prima di diventare leader, il successo sta tutto nel crescere professionalmente. Quando si diventa leader, il successo sta tutto nel far crescere professionalmente gli altri.
La 1° caratteristica di un leader è la DETERMINAZIONE: essere il migliore, raggiungere l’obiettivo, diventare il numero 1.
La 2°caratteristica è l’UMILTÀ: essere umili, e non pensare che la Leadership sia tutto, permette agli altri di godere di una certa autorità e anche autorevolezza e di comportarsi come se l’azienda fosse loro.
La 3° caratteristica è l’ESSERE SPECIFICI: individuare un dettaglio significativo, un singolo evento capace di chiarire un problema che va risolto o uno schema ricorrente di insuccesso. Concentratevi su aspetti specifici, distinguete ciò che la persona ha fatto bene da quello che non funziona altrettanto bene, e suggerite possibili alternative. Non siate mai vaghi. Essere specifici è decisivo sia quando si elogia una persona, sia quando la si critica.
La 4° caratteristica è il PENSIERO PROSPETTICO: ad esempio, quando si fa una critica occorre tenere a mente che essa dovrebbe allargare l’orizzonte a nuove alternative che la persona non ha preso in considerazione o non ha intravisto, o anche solo a richiamare la sua attenzione su possibili difetti da tenere nella debita considerazione. In ogni caso, non devono mai mancare suggerimenti su come venire a capo del problema.
La 5° caratteristica è l’EMPATIA: vale a dire la capacità di sintonizzarsi sull’impatto delle proprie parole e del modo in cui esse vengono pronunciate sulla persona che abbiamo davanti. I manager dotati di scarsa empatia, sono quelli più inclini a ferire l’interlocutore, per esempio, liquidandolo in modo sprezzante. Grave errore: in questo modo, invece di sgomberare la via per un successivo intervento correttivo, si scatenano violente reazioni emotive fatte di risentimento, amarezza, presa di distanza.
E poi ancora: Assertività, Delega, Disponibilità ai rapporti interpersonali, Resilienza, Senso di Adesione/Appartenenza, Orientamento al risultato, Comunicazione, Flessibilità, Gestione del rischio, Decisione, Conduzione del gioco di squadra, Soluzione dei problemi, Gestione risorse umane…
Che cosa deve fare un Leader?
“La chiave del successo sta nell’aver il maggior numero di dipendenti che si comportano come se fossero i veri proprietari dell’azienda.” (Kenneth BLANCHARD)
Un leader, per far sì che le persone lavorino bene, deve:
- Dire loro cosa fare: un buon rendimento parte da obiettivi chiari.
- Mostrare come procedere: bisogna sapere cosa si intende per “buon rendimento”.
- Lasciarli provare: devi avere fiducia che abbiano imparato.
- Elogiare i progressi o dare nuove indicazioni, tornando eventualmente all’assegnazione degli obiettivi e ricominciando da capo.
I leader sviluppano incessantemente il loro team, usando tutte le interazioni come opportunità di valutazione, di Coaching e di rafforzamento dell’autostima. Devono quindi investire la massima parte del tempo e delle proprie energie in 3 attività:
Valutare, ossia fare in modo che le persone giuste siano al posto giusto, sostenere e incoraggiare quelle che lo sono e allontanare, spostandole in altre attività, quelle che non lo sono.
Fare Coaching: ossia guidare, criticare costruttivamente e aiutare i collaboratori a migliorare le loro performance sotto i diversi aspetti.
Promuovere l’autostima: attraverso l’attenzione, l’incoraggiamento e i riconoscimenti. L’autostima infonde energia e dà ai vostri collaboratori il coraggio anche di superare i propri limiti, assumendo rischi e ottenendo più di quanto avrebbero mai sognato di conseguire.
E poi ancora:
I leader devono fare in modo che i collaboratori non si limitino a capire la Vision, ma la vivano e la “respirino”.La Vision non si limita a questo. In quanto leader dovrete anche darle un significato concreto. I leader devono parlare costantemente con semplicità e concretezza della Vision ad ogni livello della Struttura.
I leader devono “entrare nel sangue” di tutti, trasudando energia positiva e ottimismo. L’umore del leader è contagioso: un manager dinamico che affronta la giornata con un approccio positivo si ritrova a guidare un team o un’organizzazione i cui componenti mostrano un approccio positivo. Il compito di un leader è quello di combattere l’“attrazione gravitazionale del negativismo”. Non significa addolcire i problemi che ha di fronte il proprio team, ma significa mostrare un atteggiamento stimolante e possibilista riguardo al loro superamento.
I leader devono creare un clima di fiducia attraverso la sincerità e la trasparenza: creano fiducia attribuendo correttamente i meriti; non ingannano mai i collaboratori, non si mostrano deboli con i forti e forti con i deboli perché hanno fiducia nei propri mezzi e sanno che il successo del loro team gioverà anche a loro. Nei momenti difficili, i leader si assumono la responsabilità di ciò che è andato nel verso sbagliato. E nei momenti di gloria, estendono generosamente gli elogi.
I leader devono avere il coraggio di prendere decisioni impopolari e di seguire l’istinto: ci sono dei momenti in cui dovrete prendere decisioni spiacevoli (perdere dei collaboratori, tagliare i finanziamenti a un progetto o chiudere una fabbrica…). Il compito del leader è di ascoltare e spiegare chiaramente, ma andare avanti per la propria strada. Non esitare e non blandire. Non si è leader per vincere una gara di popolarità, ma per dirigere.
I leader devono ispirare con l’esempio l’assunzione di rischi e l’apprendimento: se volete che i vostri collaboratori sperimentino nuove soluzioni ed espandano le loro capacità ideative, date direttamente l’esempio. Potete creare una cultura che promuove e ammettete spontaneamente i vostri errori, parlando di ciò che vi hanno insegnato.
I leader devono festeggiare i successi: il lavoro è troppo importante nella vita per non celebrare le vittorie. Fatelo più spesso che potete. Fatene delle occasioni da ricordare.
Le persone spesso si chiedono se leader si nasce o si diventa. La risposta è che leader si nasce e si diventa. Alcune caratteristiche, come il quoziente di intelligenza e l’energia, sono innate. Altre, come la leadership o la fiducia in se stessi, si imparano dalla famiglia, a scuola, all’Università, nello sport. Altre ancora si imparano sul lavoro, attraverso l’esperienza.
Per la maggior parte di noi, la leadership si concretizza da un giorno all’altro quando ci ritroviamo nel ruolo di capi e le regole cambiano.