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Chi è Chiara? Qual è stato il percorso che ti ha portato nel mondo della consulenza e formazione manageriale?

Chiara è una donna curiosa, che ama studiare, aggiornarsi e stare in mezzo alle persone.

Inizio a lavorare due giorni dopo la laurea in Chimica farmaceutica, per un’azienda che formulava e produceva integratori. Mi occupavo della loro formulazione e della formazione della forza vendita dei diversi clienti per quanto riguardava il contenuto dei prodotti. Poi inizia la mia lunga esperienza nel Marketing e nel Trade marketing di aziende multinazionali, occupandomi sia della parte strategica di prodotto che della formazione interna. Dopo quindici anni dalla prima laurea, mi iscrivo ad un nuovo ciclo universitario che mi porterà la laurea in Psicologia a cambiare città e a muovermi in modo indipendente nel mondo della consulenza e della formazione.

Ho avuto la fortuna negli anni trascorsi in azienda di poter affiancare ai numerosi momenti formativi, attività sul campo, avendo così ben chiaro il passaggio “teoria-pratica”, nelle relazioni, nelle attività di team, nell’efficacia della comunicazione e così via. Ora, come psicologa, amo mettere ancora più a fuoco due temi che sono spesso trattati separatamente: le competenze tecniche (hard) e quelle di relazione (soft). Sebbene siano due ambiti diversi hanno una grossa influenza l’uno sull’altro.

Secondo te cosa fa la differenza nel successo o insuccesso di un progetto?

Il successo di un progetto nasce da un’intuizione che deve poi essere declinata e monitorata. Significa che ci deve essere una dose di coraggio per intraprendere un percorso a volte mai battuto, ma anche una pianificazione e la predisposizione di indicatori che strada facendo indichino se e dove vanno predisposti degli aggiustamenti. Il successo è quindi un mix di intraprendenza, di visione e di messa a punto continua. Generalmente gli insuccessi partono con un piano lanciato e poi abbandonato a se stesso.

Cosa ti ha spinto a far parte della Simplify Academy?

Simplify Academy è un progetto unico, dove il lavoro di squadra è vivo e la spinta al miglioramento continuo è sempre presente. La ricerca di nuove idee è bene accetta e stimolata, e per la sottoscritta che ha vissuto per anni nel clima dell’innovazione continua, è puro valore.

Questo vuol dire che il tuo approccio è diverso da quelli che si trovano sul mercato? Vuoi spiegare il perché ai nostri lettori?

Il coinvolgimento delle persone con cui interagisco è fondamentale. I contenuti vengono ampliati o ridotti in funzione di chi ho davanti, di quello a cui è interessato. Ovvio è che ci si riferisce ad una struttura di programma concordata sulla quale è costruita l’attività e ci sono dei pilastri di riferimento, ma gli esempi pratici, le esercitazioni, la discussione in aula sono guidati in funzione delle esigenze delle persone, dei loro modi lavorare ed interagire. Le risorse in aula sono e rimangono l’obiettivo centrale per un apprendimento efficace e “la messa a terra” di quanto sperimentato.

L’intelligenza emotiva in 5 parole:

Mettersi sulla lunghezza d’onda di chi ti circonda.

Quali sono le skill necessarie per lavorare nel tuo settore?

Credo che ciascuno abbia un suo stile: il mio unisce le skills della psicologa e quindi l’attenzione all’ascolto, al significato che ciascuno dà ad un concetto – perché sembra universale ma non lo è mai! – alla comunicazione in senso generale, ai comportamenti e la sospensione del giudizio a quella della ex manager d’azienda con competenze tecniche e situazioni vissute sulla “propria pelle”.

L’ultimo libro letto?

“Itaca per sempre” di Luigi Malerba, una rivisitazione del ritorno di Ulisse ad Itaca che non rivela alla moglie Penelope la sua presenza, scatenando in lei una tumulto di emozioni non così positive come la letteratura classica ci farebbe pensare.

Come ti vedi tra 5 anni?

Vedo un’evoluzione più organizzata di quello che sto facendo ora: studiare e realizzare percorsi su misura dei bisogni delle aziende e continuare a dedicare tempo e attenzione ai miei pazienti.

Quale consiglio ti senti di dare a chi si sta affacciando al mondo del lavoro?

Non smettere mai di studiare, di leggere, di ricercare cosa accade, senza fermarsi alla prima notizia che si trova sul web, ma approfondire e verificare. Buttare sempre un occhio oltre oceano (USA), soprattutto in ambito business, dove sono all’avanguardia sia in termini organizzativi che di processo e prodotto.

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